Coronavirus. Vietati spuntini in Sardegna per evitare il contagio

CAGLIARI. Sale il bilancio dei contagiati da coronavirus in Italia e il governo vara un decreto legge con misure volte ad arginare il rischio: chiuse scuole, Università, etciù (eccetera ndr). Anche il presidente Solinas, per non sentirsi meno importante degli amici longobardi Lombardi, avrebbe fatto sentire la sua voce. I contagi sono saliti ormai a oltre 200 casi e il Presidente della regione avrebbe subito preso posizione per far si che il contagio non dilaghi nell’isola; “Ammesso che qualcuno riesca effettivamente ad arrivare” avrebbe aggiunto ironicamente.

Ponderata per bene la delicata situazione, il presidente avrebbe deciso quindi di bandire gli spuntini in Sardegna che, a detta sua, sarebbero gli eventi a più alto rischio di contagio coronavirus: sia per il poco bon ton ivi utilizzato, quindi isturridos in cara (starnuti senza preservativo ndr), sia per partite a murra dove gli sputi partirebbero in continuazione ad ogni numero, fino ad arrivare agli erronei scambi di bicchiere “oh cal’est su tazza mia?” “bo dah, at a essere custa!”.

L’assessore alla sanità Nieddu avrebbe poi fatto notare come la scarsa igiene sia proporzionale, in queste occasioni, soprattutto all’alcol trangugiato. Ciò porterebbe gli spuntinatori a dimenticarsi qualsiasi buona maniera facendo sì che anche chi si reca ad urinare nelle frasche torni e continui a baciare e stringere le mani dei nuovi arrivati. L’assessore avrebbe poi ammesso che anche in consiglio regionale, come si è visto dalle abili riforme attuate fino ad ora, si beve molto (ne sono un esempio i 17 milioni per le scuole private) e, spesso, anche lì ci si dimentica di lavarsi le mani dopo aver espletato la minzione. 

Niente forme restrittive invece per le chiese che in tutta l’isola resteranno aperte, ca tantu no b’est torrende pius niunu (perché i fedeli sarebbero diminuiti ndr), visto e considerato l’odio crescente nei confronti del papa buono bis, Papa Francesco. In periodo di carnevale, inoltre, sono pochi i fedeli che rinunciano ai festeggiamenti per andare alle funzioni e preferiscono spesso effettuare delle quarantene auto-imposte in seguito a sbronze di epico livello.

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