Aiuti dall’UE per l’Italia. Lagarde: “Pronti 100.000 nuovi moduli per autocertificazione”

BRUXELLES. Sono pronti ed arriveranno nei prossimi giorni i tanto attesi aiuti dell’Unione Europea per l’Italia. L’emergenza coronavirus, che nel nostro paese è attraversa al momento una delle fasi cruciali per l’inversione di tendenza di contagi, ha smosso la coscienza internazionale. Aiuti sono infatti giunti dalla Cina, da Cuba, dalla Russia; perfino Germania e Francia hanno contribuito. Menzione speciale per i sovranisti della Repubblica Ceca che hanno cercato di imboscarsi un carico di mascherine diretto in Italia.

Quello che più si attendeva, però, era un segnale dalle istituzioni comunitarie. Di fronte ad un primo diniego della governatrice della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, di concedere all’Italia nuovi tetti di sforamento del deficit, un pronto intervento del Presidente Mattarella (riassumibile in “ascolta bella be’, vedi di non rompere”) aveva rimesso le cose sui giusti binari.

Il caos decreti, con tutte le progressive misure di contenimento, stava infatti mettendo in difficoltà gli italiani, costretti ormai ogni 4 o 5 giorni ad aggiornare i moduli di autocertificazione per gli spostamenti fuori dal proprio domicilio. I continui cambiamenti normativi hanno costretto la popolazione a ristampare (ormai per la terza volta) i moduli, generando uno spreco di carta ed inchiostro non indifferente; considerata anche la tendenza a stamparne più copie (magari da distribuire a tutto il vicinato, facendo gli splendidi con le vicine) in modo da averne pronte in caso di necessità.

In questo clima di insicurezza, ecco finalmente aiuti concreti: questa mattina, Lagarde ha infatti annunciato un piano di aiuti per l’Italia: “Sono stati stampati negli uffici della segreteria della BCE oltre 100.00 nuovi moduli di autocertificazione che saranno presto inviati in Italia. Il lavoro delle stampanti continua a ritmo serrato e contiamo di inviarne altri 300.000 entro pochi giorni (toner e aggiornamenti normativi permettendo)”.

Un piccolo segnale di solidarietà che infonde nuova fiducia in quell’Europa comunitaria che sembrava aver dimenticato il suo ruolo.

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