“Allah leare in culu!”. Benetuttese scambiato per terrorista e linciato a Roma

SANTU PEDRU IN ROMA. Ore di tensione palpabile in tutta Europa e nelle maggiori città. Misure di sicurezza aumentate su tutto il territorio nazionale e nei punti sensibili. Una dilagante paura si fa largo fra la gente e la porta a sospettare di tutto e di tutti. A farne le spese è stato Giuann’Antoni Faeddapulidu, trentenne di Benetutti che si trovava a Roma in viaggio di piacere.

L’abbigliamento da malevadadu dell’uomo e la sua incuria nel radere la barba avrebbero attirato non poco l’attenzione dei pellegrini che nella mattinata di ieri affollavano piazza San Pietro a Roma, uno dei punti più caldi della capitale secondo le fonti di intelligence. L’uomo si trovava a zonzo per la città con gli amici e avrebbe deciso di andare a visitare la famosa Basilica di San Pietro mettendosi quindi in fila per il biglietto in mezzo alla solita fiumana di gente. Gli amici, che non avevano nessuna voglia di visitare la basilica, lo avrebbero ben presto abbandonato da solo in fila (per dileguarsi e rintanarsi nel primo bar disponibile nei paraggi) prendendolo in giro mentre si allontanavano: “Ei eh, nois semus andende a nos faghere a una bruvera, cando intras saluda a Santu Pedru si lu ‘ides” (“Noi stiamo andando a rifocillare le nostre gole riarse, quando entri saluta San Pietro se lo vedi” ndr). A questo punto, piuttosto seccato, Faeddapulidu avrebbe risposto con la classica frase “Allah leare in culu!” che sarebbe stata interpretata come araba e come un’invocazione ad Allah.

Immediate le scene di panico con un generale fuggi-fuggi e l’intervento delle micidiali bigotte di San Pietro che hanno cominciato a lapidare il pover’uomo a colpi di sanpietrini arrivando a scagliargli addosso perfino un capitello corinzio (di pregevole fattura peraltro). L’immediato intervento delle forze di sicurezza avrebbe poi salvato l’uomo da ulteriori linciaggi e chiarito tutto l’equivoco.

Giuann’Antoni se la caverà con solo 19 fratture, il bisogno di una dentiera e un brutto spavento.

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