Caos Catalogna. Salta referendum dopo che sardo mette il dubbio: “Si, ma quale catalano?”

BARCELLONA. Caos in Catalogna. E questa volta non si parla di tafferugli, soprusi di polizia o dimostrazioni di forza da parte dello stato spagnolo o degli indipendentisti catalani, parliamo dello sconcerto generale e della frustrazione della popolazione dopo il clamoroso annullamento del referendum per l’indipendenza dalla Spagna. Ovviamente, starete pensando, l’annullamento è dovuto a qualche impedimento burocratico, qualche cavillo legale o costituzionale sfruttato a dovere dal governo centrale di Madrid… e invece no!

La consultazione referendaria è stata infatti annullata dagli stessi indipendentisti catalani che l’avevano promossa e ideata e dietro a tutto ciò non si cela alcun complotto o intervento segreto di 007 stranieri: è stato un semplice “non è il momento adatto, dobbiamo prima risolvere altri problemi”. A pochi giorni dal voto, dunque, la Catalogna si trova spiazzata e capisce di aver fatto il passo più lungo della gamba: a far notare il dettaglio che, se fosse venuto fuori all’indomani del voto, avrebbe potuto far vacillare e crollare la neonata repubblica catalana sarebbe stato proprio un sardo.

Giuanne Maria Ilviluggine, sardista dell’ultim’ora, sarebbe infatti partito alla volta di Barcellona in cerca di avventure rivoluzionarie dopo aver appreso dalla televisione i fatti degli ultimi giorni. Armatosi di basco alla (colzu) Che Guevara e zigarrone alla (colzu) Fidel Castro, il giuovine sarebbe partito alla volta della Catalogna inseguendo il sogno della rivoluzione armata. Dopo una grossissima delusione dopo aver appreso dei metodi di protesta pacifici messi in atto dalla popolazione, avrebbe cominciato a discorrere con alcuni indipendentisti locali. Durante la discussione, il gruppo avrebbe messo a confronto il mondo indipendentista catalano e quello sardo fino al momento in cui l’Ilviluggine avrebbe detto in uno stentato spagnolo: “Sapetes ches cosas frenas l’endependentismos in Sardegnas? La question de la lingua: quales sardos usiamos? Micas, essendos una lingua unica, se puedene trovare parolas che todos poden comprendere e micas se puede spiegar alla popolazione che pueden continuar a parlare el loro dialetto solo con qualches accorgimentos”. Gli indipendentisti catalani, di fronte a questa ineffabile logica slogicata avrebbero sbiancato, incalzati ancora da un dirompente Ilviluggine: “E cosìs anche qua en Catalogna sietes como in Sardegna. Voletes parlare catalano? Si, ma quale catalano? Insommas, ci sonos dialettos anche nella vuestra lingua, no?”.

Il dubbio si sarebbe quindi insinuato fra la folla, facendosi prepotentemente spazio tra la gente e arrivando fino ai vertici del governo catalano che non avevano messo in conto tutte queste inutili quisquille, pensando semplicemente al catalano come una lingua unica con le sue naturali varianti che non ne impediscono la comprensione tra le varie correnti. La decisione di annullare quindi il referendum fino a nuove disposizioni linguistiche è stata dunque inevitabile e si preannuncia come un duro colpo e un grosso scoglio per l’indipendenza della regione

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