Chiudere caccia al cinghiale per rispetto ai musulmani. La proposta dell’assessore Saladino.

CAGLIARI. Da anni innumerevoli associazione animaliste combattono con tutte le armi a disposizione contro la caccia e i cacciatori, e fin qui nulla di nuovo. Le problematiche però, soprattutto di questi tempi, sono sempre dietro l’angolo; alla già spinosa diatriba, infatti, se ne sarebbe aggiunta una seconda che rischia seriamente di mettere in discussione la stagione di caccia del 2018/2019. L’assessore musulmano (con cittadinanza italiana) Omar Saladino, avrebbe proposto di abolire sa catza a su porcu (la caccia al cinghiale ndr) per rispetto ai musulmani che non possono mangiarne la carne.

La proposta avrebbe lasciato tutti basiti e sgomenti, ma il Saladino avrebbe subito spiegato alla fazione avversa (cappeggiata dall’assessore Di Buglione) le motivazioni storiche di questa proposta. Cause che sarebbero da ascrivere al 615 d.C., quando un emigrato sardo, Antoni Isciau, faceva da teraccu al padre della religione islamica: secondo gli antichi testi sacri il profeta, mentre si accingeva a illadare un maiale(dividere l’animale intero in parti uguali partendo dall’inguine ndr), si sarebbe ferito ad una mano, iniziando a sanguinare copiosamente. L’unica persona presente in quel momento era proprio Antoni Isciau, che avrebbe dato l’allarme dicendo che il profeta si era “istroppiadu illadende su porcu”. Vista e considerata la polisemia della parola “porcu” in lingua sarda che può indicare il maiale “domestico” così come quello selvatico (quindi il cinghiale), non si potrà mai sapere a che animale egli effettivamente si riferisse; perciò, per rispetto ai musulmani, sarebbe giusto abolire la caccia al cinghiale senza tergiversare oltre.

L’ASB (Associazione Sarda Bracconieri), avrebbe fatto sapere di voler lottare contro questa assurda proposta della giunta regionale, anche perché avrebbe detto il presidente Tore Braccona “noi siamo sempre andati a caccia rispettando la legge, la fauna e la flora”, ne sono prova i segni lasciati nel territorio: bossoli in terra, algia di ogni tipo e anche i pochi cinghiali oggi in circolazione in alcune zone.

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