La CIA ingaggia le vecchiette dei paesini sardi per addestrare le nuove spie americane

WASHINGTON. Ha del clamoroso quanto trapela in questi giorni dalla CIA, la più importante agenzia segreta del mondo: a quanto pare il presidente Obama è venuto a conoscenza della fama delle nostre anziane signore che, dai loro balconi, riescono a captare e ricevere informazioni su tutto ciò che succede nel raggio di parecchi chilometri (il tutto con un’efficienza e una precisione da fare invidia anche al più tecnologico satellite spia americano).

La scienza si era già interrogata su come fosse possibile che l’udito e la vista di queste signore (spesso precari soprattutto quando si parla di soldi ed eredità), vengano invece amplificati quando si tratta di dover captare un pettegolezzo; la stessa memoria ormai vacillante diviene un perfetto database dove immagazzinare tutte le informazioni che, attraverso persiane semichiuse, giungono da sa carrera.

Le giovani spie americane passeranno quindi le giornate affiancando le nostre pettegole professioniste per apprendere questa nobile ed antica arte. Naturalmente una spia che si rispetti deve essere dotata di un bel paio di baffi, elemento fondamentale tipico delle nostre spie sarde.

I russi e il KGB sono avvisati: presto per tutti loro arriverà il momento di dover far sapere agli odiati americani “fizzos de chie sunu”

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