Di Maio chiede al suo iPhone come rimuovere Siri e viene mandato a quel paese

ROMA. La tecnologia viene incontro alle esigenze dell’uomo? Lo aiuta a risolvere annose questioni? Spesso si, questa volta non proprio… A farne le spese sarebbe stato proprio il vice-premier 5 Stelle, Luigi Di Maio mentre cercava una soluzione alla crisi che attanaglia il governo da ormai più di una settimana: lo spinoso caso del sottosegretario leghista Armando Siri.

Coinvolto in uno scandalo giudiziario di proporzioni ancora in fase di definizione, i 5 Stelle e lo stesso premier Conte spingono per le dimissioni e la rimozione dal governo mentre l’anima verde dell’esecutivo e Salvini in primis ondeggiano tra la linea di difesa dura e posizioni talvolta accomodanti. E se i 5 Stelle fanno la voce grossa, oggi lo stesso Salvini ha fatto sapere di essersi abbondantemente scartavetrato le pal stufato della situazione, invitando (con “l’ultimo avviso”) la compagine gialla a tapparsi la bocca.

La tensione nell’esecutivo è palpabile e il leader dei 5 Stelle si trova per l’ennesima volta di fronte ad un bivio: rischiare di compromettere la stabilità del governo, insistendo con la linea dura, o cercare di tirare avanti tappandosi il naso e perdendo consenso elettorale (proprio sotto le elezioni europee e le regionali del Piemonte)?

Dopo aver consultato amici, consiglieri, familiari, avventori dei peggiori bar della capitale, forze sovrannaturali e Santi, Di Maio ormai senza una risposta avrebbe chiesto -sconsolato e ormai allo stremo- aiuto al suo fidato iPhone e all’assistente virtuale fornito dalla Apple per cercare una scappatoia alla situazione: “Ehi Siri, come faccio a rimuovere Siri?”. Il diabolico marchingegno di Cupertino avrebbe impiegato qualche secondo prima di elaborare una serie di improperi in tutte le lingue e mandare il vice-premier a quel paese in modo null’affatto velato, prima di proiettare a schermo una gigantesca “zucchina di mare” con la scritta: “Disinstallati questa”.

La crisi di Governo resta dunque aperta.

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