Febbre del Nilo Sardegna: agricoltore viene punto e inizia a piantare Palme da Datteri, Tamarindi e Acacie

SASSARI. Non finisce di stupire il biennio 2020/2021, anche se alcuni scienziati dell’Università di Tandalò sarebbero fermamente convinti sia l’OMS ad aver scartavetrato le gonadi cun custas pandemias (con queste pandemie ndr). Prima la Sars, poi l’aviaria, poi la peste suina, poi il covid, como sa malaria (ora la malaria ndr): insomma, no si nde podet pius (non se ne può più ndr).

Proprio in questi giorni alcuni casi di febbre del Nilo sarebbero stati registrati nel nord Sardegna e, prontamente, per 4 casi in tutto l’occidente, sarebbe già pronta una nuova campagna di inc*lazione. Tuttavia, come di consueto, sarebbero nati i primi movimenti ENVC (eo no vi credu), nei quali si sarebbero manifestati i primi e leciti dubbi sulla vicenda, subito sedati in fakenews e dunque riportati prontamente da bufale.net e ormai inopinabili.

A pagare caro tutte queste “stravaganze” un anziano agricoltore del sassarese che, una volta punto dalla tintula (zanzara ndr), avrebbe iniziato a comportarsi in modo strano, sperdendosi la vigna, l’uliveto e l’orto tradizionale, pro piantare cazzadas anzenas (prodotti importati da fuori ndr).

La notizia sarebbe stata diffusa dal suo vicino di terreno che, alla richiesta di poter piantare un albero da frutto tra un terreno e l’altro, con la promessa di poterne poi dividere il raccolto, si sarebbe visto piantare alberi di tamarindi in totue (ovunque ndr). L’albero è famoso per un antico proverbio africano che dice “chi pianta tamarindi non raccoglie tamarindi”, l’albero richiede infatti quasi un secolo per poter fruttificare.

L’agricoltore colpito dalla febbre del Nilo è però stato trovato morto questa mattina, colpito da una rosa di pallettoni a muzzighile (sul muso ndr). I sardi avrebbero pertanto modificato il detto sui tamarindi “chie piantat tamarindos in terrinu anzenu no at a coglire nudda” (chi pianta tamarindi in terreno altrui non raccoglierà niente).

(Articolo suggerito da Lapo Mannu)

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