Ottana: via libera dall’UE per la farina di Tilipilche

OTTANA. Sulle tavole dei sardi ma anche europei potrebbero presto arrivare pane, pasta, pizza e biscotti a base di farina di grillo. Ciò in virtù dell’autorizzazione rilasciata dall’Ue della commercializzazione della polvere parzialmente sgrassata e parzialmente commestibile del grillo domestico (Acheta domesticus) come nuovo alimento. In Sardegna, dopo le panade di farina di grillo che verranno lanciate a breve (a costas de sos politicos ndr), ci si sarebbe rimboccati le maniche un’altra volta.

Arriva dunque dall’Ue un ulteriore autorizzazione per poter produrre liberamente la farina di Tilipilche, visto che nessun sardo si vorrebbe piegare a quella di grillo! “Se dobbiamo mangiare porcherie”, avrebbe affermato un noto cuoco di Ottana, Antoni Babbaudu, “meglio le produciamo noi”. Già anni fa l’uomo si rese protagonista inventando “l’happy millu”, un prodotto alternativo ai grossi marchi e che avrebbe reso felici e malaidos i bambini del nuorese.

Oggi il cuoco, resosi conto che passando in macchina nei pressi di Ottana, avrebbe notato che le cavallette andando a farsi in chilivriu (in mille pezzettini piccoli ndr) nel parabrezza dell’auto producevana anche una strana polvere che sarebbe stato semplice chiamare “farina” pro faghere inari.

Visto e considerato che la politica è stata come sempre assente alla piaga delle cavallette, il cuoco avrebbe pensato di mandare una richiesta all’Ue per poter iniziare a catturare gli insetti con delle reti apposite ed iniziare a produrre la farina di tilipilche. La richiesta sarebbe stata subito approvata e, per spirito di emulazione, a Cuglieri e ad Assemini avrebbero iniziato a richiedere quintali di farina da Ottana per poter produrre anche loro le panade a farina e contrastare il nuovo prodotto oschirese a base di farina di grillo.

Non sappiamo se l’uomo abbia intenzione di vendere la sua ricetta all’Ue, ma una cosa è certa, lui la farina la produrrà senza mangiarla. Nulla di nuovo, anche l’amministratore delegato di McDonald’s che avrebbe dichiarato di non aver mai mangiato il cibo della sua azienda.

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