L’industria del porno sadomaso traina l’export de su lattighe, antico frustino sardo

LOS ANGELES. Può la grande industria del porno americano dare lavoro e generare ricchezza in Sardegna, ad oltre novemila chilometri di distanza? Sembrerebbe proprio di si. È il caso del boom registrato negli ultimi mesi nel settore dell’export artigianale sardo: numerosi artigiani hanno infatti registrato record di incassi grazie all’acquisto dall’America di ingenti quantità dei tradizionali frustini ricavati dal membro virile del toro e del vitello, chiamati comunemente lattighe.

Il motivo di questo exploit sarebbe dovuto al fatto che dopo l’utilizzo sperimentale in alcuni film porno di genere sadomaso, il frustino sardo abbia incontrato grande consenso per via delle sue doti di resistenza e per la sua origine puramente naturale, evitando il fastidioso fenomeno delle microplastiche incastrate nei fondoschiena di attori ed attrici. Dopo l’utilizzo in alcuni film di grande successo, e dopo che i produttori di “50 sfumature di grigio” (e film a seguire) hanno dichiarato di aver usato i frustini sardi sul set, i sexy shop della capitale americana del porno sono stati presi d’assalto da novelli Mr. Grey vogliosi di provare l’antico strumento.

Le botteghe degli artigiani sardi sono quindi a lavoro a pieno regime e la domanda di prodotto è di molto superiore all’offerta: vista la scarsità di materia prima si cercano già soluzioni per la creazione di frustini ricavati da membri di altri animali (visto che molti tori non si sono dimostrati molto contenti della nuova moda americana), mentre i prezzi sono già schizzati alle stelle, con frustini venduti all’asta a cifre superiori ai mille euro.

Se la domanda risulterà costante, si può già ipotizzare un aumento dell’allevamento di tori e una nuova boccata d’ossigeno per l’economia artigianale sarda, oltre che una ritrovata giovinezza pro su lattighe.

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