Si risveglia oggi al bar dopo essersi addormentato all’aperitivo di Natale: “La staffa e poi vado a pranzo che ho ospiti”

BERCHIDDA. Era appoggiato addormentato al bancone dal giorno di Natale ma nessuno ci aveva fatto caso più di tanto: è questa la strana vicenda di Barore Cottu, aperitivatore professionista di Berchidda.

L’uomo, come da tradizione, sarebbe uscito la mattina di Natale per andare a far finta di ascoltare la messa e recarsi poi al bar per quella che nella sua professione è l’attività più impegnativa dell’anno: l’aperitivo di Natale. Il Cottu, grande lavoratore a detta dei suoi paesani, si sarebbe recato alla prima messa per poter lavorare fin dalle prime ore del mattino. Il tradizionale giro dei bar con gli amici davanti a tanti bicchieri di Campari e vino bianco avrebbe però messo a dura prova l’uomo che all’incirca alle 13:45 era ormai ridotto in polvere e avrebbe chiesto agli amici di scusarlo un attimo allontanandosi. Secondo quanto riferito dal barista, l’uomo si sarebbe appoggiato al bancone e si sarebbe addormentato (per pochi minuti nelle sue intenzioni). La cosa deve essergli sfuggita di mano e lo stato di alterazione etilica ha favorito un sonno profondo e prolungato.

“Non è la prima volta che qualcuno si addormenta al bancone, specialmente Barore –ha detto il barista di fiducia- così non ho fatto caso al fatto di averlo chiuso dentro e ritrovato nella stessa identica posizione la mattina successiva quando ho aperto il locale. Poi sa, sono un tipo discreto e non volevo svegliarlo, mi sembrava maleducato…”

Questa mattina il Cottu sarebbe finalmente riemerso dal letargo convinto di aver dormito per pochi minuti e non si sarebbe accorto del fatto che non fosse più Natale visto che i suoi amici erano nella stessa identica posizione in cui li aveva lasciati. Così, avvicinatosi alla compagine ha dichiarato: “Oh ajò compà, ponimus s’istaffa ca mi che so andende chi apo istranzos a bustare”.

Nell’ilarità generale il Cottu si è accorto di quanto accaduto ed è stato in seguito convocato presso l’ufficio anagrafe comunale per l’annullamento dell’atto di morte.

Una favola di Natale a lieto fine che non sarà dimenticata certo dalle generazioni a venire.

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