Sanremo, orrios de ainu alzan a chelu: Sandrelli fa crollare tetto dell’Ariston

SANREMO. Momenti di panico, caduta di calcinacci e numerosi feriti: è questo il bilancio del tragico incidente che ieri è avvenuto al teatro Ariston di Sanremo. La prima serata della 68ª edizione del Festival della Canzone Italiana era in pieno svolgimento e gli occhi delle TV di tutto il mondo erano puntati sul palco della manifestazione.

Dopo le doverose presentazioni e i saluti di rito, ecco l’inizio vero e proprio del festival con i cantanti che si alternavano sul palco presentando i loro pezzi ed arrangiamenti. La serata sembrava ormai avviata ad una felice e tranquilla conclusione quando sul palco sarebbe arrivata Stefania Sandrelli, seguita poi dal resto del cast del film “A casa tutti bene”: dopo di loro solo Rubino, la coppia Evitab Avitabile-Servillo e il rockeggiante gruppo de Le Vibrazioni. Sarebbe stata però proprio la performance canora dell’attrice ad innescare l’incidente che rischia di compromettere l’intero festival: mentre la compagine di attori, con in testa la Sandrelli si cimentava nel cantare il famoso brano “Bella senz’anima” di Cocciante -al contrario di quanto recitato dal famoso detto- sos orrios de ainu dell’attrice sarebbero alzati al cielo, andando ad impattare contro il soffitto del teatro e compromettendo irrimediabilmente la stabilità del tetto dell’Ariston (già provato dagli orrios della coppia Fogli-Facchinetti). In un attimo l’inizio della tragedia: dapprima sul pubblico avrebbe cominciato a piovere polvere bianca, dividendo i presenti tra chi pensava che fosse parte della coreografia e chi cercava Lapo Elkan tra gli ospiti, pensando ad un suo starnuto; poi la caduta dei primi pezzi di intonaco e calcinacci.

Scene di panico tra i presenti, fortunatamente contenute e gestite dagli uomini della sicurezza. Solo una pronta evacuazione del teatro ha impedito una strage visto che, pochi minuti dopo, a teatro ormai vuoto, il tetto del teatro più celebre della TV è collassato sulla platea, spazzando via sedie, capotti abbandonati e la dentiera di Gianni Morandi. Il bilancio finale poteva essere ben peggiore dei 45 feriti che si sono contati (la maggior parte dei quali presentava ferite ai timpani, quindi non riconducibili al crollo del tetto quanto piuttosto alle canzoni in gara).

Le mani di Gianni Morandi e numerose ruspe sono già all’opera per liberare il teatro dalle macerie e proseguire il Festival a cielo aperto, in maniera tale da permettere a sos orrios degli artisti di sfogare liberamente senza causare ulteriori danni. In serata il direttore artistico dovrebbe comunicare l’agibilità dello stabile e la ripresa del Festival

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