“Noi sardi siamo già al mare”. Per fare invidia ai continentali muore di congestione

SAN TEODORO. Si può morire per una foto? Purtroppo si… e non parliamo della moda dei selfie estremi sull’orlo di un precipizio o di un grattacielo: la triste storia di Bainzu Tittìa (nome di fantasia che solo per puro caso coincide con quello della vittima) residente a Mamusi, piccolo paese della Palestina Sarda, non ha nulla a che fare con le audaci mode d’oltre oceano.

Bainzu era un ragazzo come tanti del suo paese… cioè, anzi, come tanti no… diciamo che era un ragazzo tra i 7 o 8 del suo paese. Un ragazzo pieno di vita ma nato vecchio: non era strano sentirlo parlare della nevicata del ’56 o dire che “almeno fa bene alle piante” quando pioveva e tutti erano a frastimos per essere usciti senza ombrello. Ed è stata la sua inesperienza e l’incredibile ostinazione, tipica dei sardi, di dimostrare che in Sardegna si vive bene, a condurlo presso il litorale di San Teodoro nella giornata di ieri.

L’obbiettivo della scampagnata era semplice: schiaffarsi (o “addobbarsi”, in termini tecnici) un selfie per poi postarlo sui social fattende sa etia per far invidia ai continentali, dimostrando che la popolazione sarda si sta già godendo il mare in questo anticipo d’estate. Arrivato quindi alla spiaggia de La Cinta il ragazzo si sarebbe spogliato del suo abbigliamento primaverile consistente in un dolcevita scuro a collo alto, maglietta della salute (non si sa mai che poi uno suda e prende freddo), pantaloni di velluto a coste fini, gambali e mastrinos ancora carichi del fango invernale e si sarebbe diretto a grandi passi verso l’acqua, immergendovisi fino all’altezza dello stomaco e lasciando ben in vista la collanina d’oro e il petto villoso messo in risalto da una carnagione bianco latte.

Probabilmente la mancanza della maglietta della salute o –ipotesi molto remota- il pranzo a base di salumi, formaggi, pastasciutta al ragù di cinghiale, coratella di capretto, mezzo litro di vino, frutta, caffè, amaro, bis di amaro, coperto e servizio, ha giocato un brutto scherzo al ragazzo. Subito dopo aver postato la foto sul proprio profilo Facebook con la didascalia: “Oh continentali, noi sardi siamo già al mare. E chie no chere crepet”, il ragazzo o per una improvvisa congestione o perché forse “non voleva” e il suo messaggio gli si era appena ritorto contro, sarebbe stramazzato al suolo privo di vita. Inutili sono stati i soccorsi dei bagnanti presenti e dell’ambulanza dl 118 intervenuta sul posto.

Le indagini dei Carabinieri non hanno purtroppo contribuito a consolare i familiari e dare un senso alla morte del ragazzo: è infatti emerso che tra i suoi contatti Facebook non c’erano continentali che avrebbero potuto vedere la foto e che la visione della stessa era limitata solamente ai suoi amici diretti, impedendone la visione ai continentali anche in caso di condivisione.

Una triste vicenda che ha scosso gli animi di tutti e ha suscitato non pochi interrogativi tra gli anziani del paese: “Ch’est mortu in su mare? E itte lampu est custu mare?”

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