Sardo emigrato accusa malore dopo aver visto i continentali pagare ognuno il suo

ROMA. Tutto il mondo è paese naraiat cuddu (diceva quello), ma non sempre i detti sono corretti. A farne le spese Paulu Istranzu, giovane emigrato sardo trasferitosi per questioni lavorative a Roma per lavorare in una cherina della capitale.

E sarebbe proprio la capitale il luogo incriminato in cui qualche giorno fa sarebbe successo il fattaccio: l’uomo era stato invitato a passare un sabato sera in compagnia di alcuni amici autoctoni e tutto sembrava svolgersi come una normalissima bevuta tra amici. L’uomo avrebbe però accusato un primo (ma contenibile) colpo al cuore vedendosi servire la birra Peroni e non la solita Ichnusa, ma si sarebbe consolato pensando che sarebbe potuta andare peggio, ringraziando quindi Dio per non avergli dato degli amici astemi.

Un nuovo momento di tensione sarebbe arrivato quando uno degli amici, forse convinto di essere spiritoso, si sarebbe messo a versare la birra a mano girata rischiando di far scattare la rissa; spiegato il malinteso la serata sarebbe comunque andata avanti. Istranzu, da buon sardo (e anche per farsi perdonare la sfiorata colluttazione), avrebbe quindi offerto i primi due giri ai nuovi amici in segno di pace, riempiendo anche le tasche di cingomme all’unico astemio della comitiva.

Il fattaccio sarebbe avvenuto a fine serata quando il barista si sarebbe avvicinato con fare minaccioso ricordando all’allegra combriccola che mancava un giro da pagare! Ed ecco il colpo insostenibile al cuore del povero ragazzo: gli allegri continentali avrebbero iniziato a cavare dalle tasche tutta la minudìa (gli spiccioli)di cui disponevano per pagare, ovviamente, ognuno il suo! Mentre tutti mettevano mano alle loro tasche il povero Istranzu avrebbe portato le mani al cuore, non reggendo il colpo e stramazzando al suolo privo di sensi.

Immediatamente soccorso dai presenti, l’uomo è stato portato in ospedale per accertamenti e se l’è cavata con una prognosi di 15 giorni e un riposo forzato a letto (in Sardegna, per evitare nuovi malori)

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