Berchidda: si spacciano per maggiorenni e vengono sommersi dai cumbidi elettorali

BERCHIDDA. La politica accende i cuori e, in questo caso, riempie i bicchieri. È proprio di questi giorni la notizia che vede protagonista un gruppo di quattro giovani berchiddesi assetati e la loro incauta età.

Durante una sera come tante, i giovani si erano trovati in piazza per chiacchierare e scansionare ai raggi X le auto e le ragazze di passaggio. Visto il clima non troppo gradevole avevano finito poi col rifugiarsi in un vicino bar per bere una birra tutti insieme.

Di lì a poco sarebbe entrato al bar Chirigu Capuzzone (candidato del piccolo centro del Monte Acuto) che, con impeccabile abito gessato e cravatta chilometrica, avrebbe cominciato a spandere sorrisi amichevoli e pacche sulle spalle ai vari disoccupati presenti accennando mezze frasi del tipo “Mi hanno chiamato dall’Ente Foreste che servono operai… se qualcuno è interessato magari ne possiamo parlare…” e cominciando a intrufolarsi nelle compagnie più politicizzate con frasi allusive come “è tutto uno schifo, è tutto un magna-magna, ci vuole gente seria che ascolti i cittadini, gente che non ha paura a stare al bar e far vedere la propria faccia”.

Proprio mentre stava per andare via, Capuzzone avrebbe notato in un angolo i quattro ragazzi: era un’occasione imperdibile! Con fare fin troppo amichevole si sarebbe avvicinato e avrebbe chiesto ai ragazzi cosa stessero bevendo e se fossero maggiorenni. I ragazzi, non conoscendo Capuzzone (che da buon candidato si fa vedere in giro solo in periodo di votazioni), si sarebbero insospettiti di fronte a queste strane domande e lo avrebbero scambiato per un carabiniere in borghese. Temendo che l’uomo volesse fare la multa al barista per somministrazione di bevande alcoliche a minori, avrebbero risposto che erano maggiorenni e che stavano bevendo giusto una birra prima di rincasare.

A questo punto gli occhi di Capuzzone (stando ai testimoni) si sarebbero illuminati e avrebbe offerto ai ragazzi un altro giro dicendogli che gli faceva piacere aiutare i ragazzi e coinvolgerli nel suo progetto per una Berchidda a misura di giovani. Alla scena avrebbe assistito Paulu Ganzu, candidato della lista avversaria (e fin troppo noto in paese per non restituire mai su cumbidu al bar) che, non potendosi lasciare sfuggire e il voto di quattro giovani elettori, avrebbe raddoppiato l’offerta offrendo ai ragazzi ben due giri di birra affermando che lui aveva a cuore la felicità dei suoi cittadini e che sapeva che una sola birra non basta a rendere felice un uomo. Da qui un crescendo di offerte e contr’offerte da parte di candidati e sostenitori delle due liste fino a che i quattro ragazzi, stremati, non avrebbero confessato la loro vera età e che avevano detto di esser maggiorenni solo per evitare guai al barista.

Alle loro parole un putiferio generale: fra reciproche accuse tra le due fazioni di essere arrivati fino al punto di indurre dei minorenni all’alcol pur di accaparrarsi voti e Paulu Ganzu che chiedeva indietro i soldi dei giri che aveva offerto, qualcuno sarebbe passato ad un confronto più fisico cominciando a costruire trincee con i tavolini del bar e aprendo il fuoco col lancio di volantini e santini elettorali. Il tiro sulle trincee avversarie sarebbe poi proseguito con calibri sempre più pesanti tra cui (nell’ordine) adesivi da attaccare nelle buche delle lettere, manifesti A3 da affiggere ai muri, bandiere, pezzi del palco usato per i comizi, bicchieri, teiere, sgabelli del bar e infine il barista (che si stima abbia attraversato le linee circa 3 o 4 volte).

L’apice (secondo la ricostruzione speciale effettuata da Alberto Angela dopo attenti studi, in onda su Rai Tre a Maggio) si sarebbe toccato quando l’imbreagone fisso del bar Roberto Briga (noto Robespierre e conosciuto in paese per la sua massima “deo a votare no b’ando ca in sos seggios no b’est mancu unu baretto”) avrebbe guidato un assalto alla baionetta a bordo della sua motocarrozzella impugnando un decespugliatore a mo’ di lancia da cavalleria inneggiando al suffragio universale e alla lotta contro il latifondismo e la nobiltà.

Solo l’intervento dei carabinieri del paese (sovreccitati dai 45 caffè bevuti a cumbidu dei candidati) ha evitato conseguenze peggiori.

I quattro ragazzi se la sono cavata infine promettendo che divideranno i voti delle rispettive famiglie in maniera equa fra le due liste e che accompagneranno perfino le anziane nonne a votare per non mandare perso neanche un voto.

Un pensiero su “Berchidda: si spacciano per maggiorenni e vengono sommersi dai cumbidi elettorali

  • 1 Maggio 2015 in 11:37
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    Interessanti per Berchidda questo articolo e quello dell’Acabadora. Ci date l’autorizzazione perché li proponiamo ai lettori di Berchidda del giornale bimestrale locale “Piazza del Popolo”?. Il giornale vive da oltre 20 anni ed è interamente consultabile al sito: quiberchidda.it.
    Gli articoli verranno accreditati ad un autore che ci indicherete o ad un nome di fantasia, specificando che sono stati proposti per la prima volta nel vostro riferimento Internet: radiolimbara.
    Grazie
    Giuseppe Meloni per la redazione di “Piazza del Popolo”, Berchidda.

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