Todde, riforma Sanità: laurea in meighina ‘e s’oju a numero aperto

CAGLIARI. Nemmeno il tempo di festeggiare la vittoria per la presidentessa neoeletta Alessandra Todde, che già si parla di riforme, controriforme, dimonios e diaulos (demoni e diavoli ndr). Gli interventi principali, come si può evincere analizzando la società odierna, alla luce di quanto avvenuto negli ultimi anni, riguarderebbe Sanità e Istruzione.

Pro leare de pettus su problema (per meglio affrontare il problema ndr), senza molti fronzoli, la presidentessa avrebbe deciso di intervenire in un colpo solo, sia sull’istruzione che sulla sanità, con una proposta che probabilmente contribuirà a risollevare le sorti dell’isola: risolvere il problema riguardante la carenza di persone in grado di fare sa meighina de s’oju (medicina dell’occhio ndr) e, perché no, anche i responsi!

Visto il calo di vocazioni – avrebbe detto la Todde – abbiamo deciso di fare in modo che il corso di laurea in meighina de s’oju venga fatto a numero aperto. Una soluzione che risolverà diversi problemi in un colpo solo, poiché le future aspiranti dottoresse in meighina ‘e s’oju daranno tregua ai vari pronto soccorso, ormai assaliti da una fiumana di ipocontriaci chi no ischin pius a cale santu si oltare (che non sanno a quale santo appellarsi) per risolvere i loro problemi di salute. Secondo le statistiche infatti l’80% della popolazione sarda crederebbe nei benefici della medicina dell’occhio, mentre l’altro 20% avrebbe risposto al sondaggio dicendo “no bi cre, ma a su matessi tempus bi creo (non ci credo, ma contemporaneamente ci credo ndr)”.

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