Ciclista perde i freni a Monte Pino: abbattuto il muro del suono (e di una tanca)

OLBIA. Poteva finire in tragedia la disavventura che ha visto Fausto Furio (noto Fast and Furious) protagonista di quella che al contempo può essere definita come una vittoria per lo sport e una sconfitta per la meccanica.

Stando a quanto riportato da alcuni testimoni, Furio stava facendo un giro in bicicletta con alcuni amici per le campagne adiacenti al capoluogo gallurese, spingendosi fino a Monte Pino in un eccesso d’entusiasmo dettato dal recente inizio del Giro d’Italia. Dopo un entusiasmante arrivo in volata al gran premio della montagna (proprio sullo scollinamento di Monte Pino), Furio avrebbe deciso di dimostrare ai compagni le sue doti di discesista trascurando però un particolare fondamentale: i freni della sua bicicletta, oltre che consumati e malfunzionanti, non potevano certo reggere i 120kg di cristiano che gravavano inesorabili sul velocipede, specialmente in una discesa impegnativa come quella che l’uomo era in procinto d’affrontare. Così, consumati gli ultimi millimetri di pattini frenanti utili, l’uomo si sarebbe trovato privo di freni fin dai primi metri del dolce dislivello che scende fino alla piana.

Da qui un crescendo di adrenalina, velocità e urla disumane del pover’uomo terrorizzato. Solo il suo sangue freddo e la sua ostinazione nell’impresa (per non fare brutta figura coi compagni) hanno evitato il peggio: mentre sfrecciava giù per il costone della montagna, l’uomo, con una serie di manovre spericolate, avrebbe cercato in tutti i modi di frenare la bicicletta. Dapprima avrebbe provato col classico metodo della scarpa sulla ruota (fallito dopo il consumo praticamente immediato della suola), in seguito con posture da freno aerodinamico degne dei migliori piloti MotoGP. Visto vano ogni tentativo di fermare la folle corsa, l’uomo si sarebbe infine rassegnato al più tradizionale e disastroso dei metodi frenanti: il freno a muro.

Il freno a muro consiste in una finissima e studiatissima tecnica che si tramanda di padre in figlio dall’alba dei tempi che prevede lo schianto contro il primo muro disponibile. L’impatto sarebbe stato devastante; il povero muretto a secco designato come freno non sarebbe infatti bastato, da solo, a fermare l’uomo che avrebbe in seguito demolito e travolto un pollaio, una casa rurale, un vascone d’acqua, un terrapieno di contenimento, un muretto di un orto con relativo vicino invidioso che vi svolgeva i suoi bisogni fisiologici dietro e, infine, un massiccio granitico naturale che sporgeva dal terreno. Durante la complicata manovra di rallentamento la bici si sarebbe gradatamente ridotta in microscopici frammenti e si sarebbe salvato soltanto il manubrio e il tachimetro che vi era stato fissato.

Gli amici, una volta raggiunto l’uomo ed essersi sincerati che almeno fosse ancora vivo, avrebbero quindi riso sull’accaduto con l’uomo per 25 minuti ininterrotti, andando in seguito a fare una magnifica scoperta: il tachimetro si era infatti bloccato al momento dello schianto col primo muretto, immortalando la più alta velocità mai raggiunta da un uomo su un veicolo a due ruote, ben 1754,2 km/h.

Il numero, elevatissimo, è stato confermato e convalidato dopo attente verifiche dai giudici del Guinness World Record che hanno consegnato ad un fratturato Furio una targa ricordo dell’evento

2 pensieri riguardo “Ciclista perde i freni a Monte Pino: abbattuto il muro del suono (e di una tanca)

  • 19 Maggio 2015 in 16:08
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    Siete dei fenomeni di fantasia, o è vero? Un abbraccio a voi tutti dalle colline del Collio Goriziano, ottima zona di vini bianchi, dei quali sto approfondendo la conoscenza gustativa

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    • 19 Maggio 2015 in 16:36
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      Siamo dei fenomeni 😉 grazie dei saluti, noi ci limitiamo al nostro vermentino 😀

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