“Descrivi babbo in una parola: muffoso”. Dopo “petaloso”, bambino sardo commuove la Crusca

THIESI. Son le belle storie dei tempi moderni: tutti possono contribuire allo sviluppo e all’innovazione della Lingua, perfino i bambini. Son superati i tempi in cui l’evoluzione della comunicazione era affidata ad una ristretta casta di persone quali Dante Alighieri, Alessandro Manzoni, Giovanni Verga, Pascoli e altri professoroni studiati; son superati i tempi in cui i maestri di italiano prendevano a bacchettate gli alunni che sbagliavano o che inventavano parole; oggi è diverso.

La notizia del bambino che ha coniato il neologismo “petaloso”, che l’Accademia della Crusca ha definito come una parola corretta ha fatto il giro del web e la sua eco è arrivato anche sui banchi delle nostre scuole. È così che stamane, Bainzeddu Minore, studente della scuola elementare di Thiesi, ha voluto dare il suo personale contributo alla lingua italiana, dando dignità letteraria ad una parola di derivazione tutta sarda: durante un compito in classe (simile a quello che stava svolgendo il bambino che ha coniato “petaloso”) è stato chiesto al bambino di descrivere il padre con un aggettivo. Nemmeno un attimo di esitazione: il bambino è andato a colpo sicuro scrivendo “muffoso”. Davanti alle rimostranze della maestra che faceva notare che la parola fosse sbagliata (in quanto la muffa in italiano è cosa ben diversa dal bumbu), il bambino ha citato ad esempio il recente pronunciamento dell’Accademia della Crusca e ha deciso di scrivere una lettera per dare anch’egli il suo contributo alla lingua.

Immensa è stata la tenerezza e la commozione degli illustri accademici della Crusca alla lettura delle sue toccanti parole e al dolcissimo tentativo del bambino –attenzione- non di creare un neologismo, quanto di dare dignità letteraria a livello nazionale ad una parola le cui antiche radici affondano nella millenaria cultura sarda. Pronta quindi la risposta dell’Accademia che ha approvato la parola proposta dal piccolo Bainzeddu, e pronta la visita degli assistenti sociali alla famiglia per verificare se togliere o meno il bambino alla coppia.

Un lieto fine dunque per una commovente storia tutta isolana.

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