Marco Carta si affaccia per cantare: vicino mura tutte le finestre per non sentirlo

MILANO. Sono giorni cupi per l’Italia e gli italiani, ma sapevamo tutti che il peggio sarebbe dovuto arrivare, ed infatti, puntualmente, è arrivato. Stiamo parlando ovviamente dei flashmob che in pochi giorni hanno creato non pochi disagi agli italiani, un po’ meno ai sardi ma anche italiani, qualcuno in più ai sardi.

È notizia di ieri che un uomo originario di Bauladu, residente a Sassari, sarebbe stato colto da un malore dopo aver sentito l’inno di Mameli a tutto volume dalla casa a fianco, peggiorando ulteriormente al sentire, ironia della sorte, l’inno della Brigata Sassari: la prognosi rimane riservata.

Peggio sarebbe andata invece a Milano ad un sardo, il pattadese Pedr’Antoni Calchina (non nuovo alle cronache), arrivato in loco per una manialia, ma ivi bloccato per l’emergenza virus. Sì, abitare a Milano in questi giorni è molto arduo, ma essere il vicino di casa di Marco Carta sarebbe pure peggio. Ieri notte, infatti, mentre l’uomo si trovava in camera a giocare a murra davanti allo specchio (partita finita in parità dopo numerose contestazioni di brogli), avrebbe iniziato a sentire un motivetto familiare che avrebbe destato la sua preoccupazione: “Tussarai la forza miaaaaaa”. Preso dal panico l’uomo si sarebbe fiondato alla finestra per capire che la situazione era peggiore di quella che si aspettasse: a cantare, infatti, era proprio Marco Carta in persona!

L’uomo sarebbe rientrato in casa in fretta e furia per cercare gli attrezzi e il materiale da lavoro. Obiettivo? Ovviamente fraigare (murare ndr) tutte le finestre e barricarsi dentro casa per far sì che non si sentisse nemmeno una nota provenire dal balcone del cantante cagliaritano.

In pochissimo tempo, l’uomo avrebbe murato tutte le finestre dell’abitazione, compresa (per errore) la porta d’ingresso del palazzo. I tempi di muratura, confrontati in proporzione con la costruzione dell’ospedale di Wuhan, sarebbero stati ben più veloci ed efficienti. I continui rumori nell’abitazione del Calchina però, uniti al fatto di aver murato la porta d’ingresso, avrebbero creato problemi agli altri condomini che non sarebbero potuti uscire nemmeno per andare a fare apericena la spesa e avrebbero chiamato la giustizia la polizia.

Solo l’arrivo delle forze dell’ordine avrebbe fatto chiarezza sulla situazione: Calchina,nell’estremo tentativo di discolparsi, ha infatti puntato al diritto alla difesa della proprietà, asserendo di aver comprato, un mesetto fa circa, alcune magliette alla Rinascente di Milano quindi, temendo che il cantante sardo potesse ripetere l’eclatante furto (che Diabolik levati proprio) che lo avrebbe visto protagonista della cronaca qualche tempo fa (il processo è, peraltro, ancora in corso) si sarebbe fraigato dentro soprattutto per quel motivo.

La vicenda si è fortunatamente conclusa con una risata collettiva e l’arresto di Marco Carta per disturbo della quiete pubblica.: il cantante aveva infatti sbagliato l’orario del flashmob (causa sveglia sballata), uscendo a cantare alle 2 di notte.  

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