Olbia. Comune fa cassa con le lucciole: postazioni in affitto col progetto “RotaTroia”

OLBIA. “Se non puoi sconfiggere il tuo nemico, fattelo amico” dice il detto. Ed è proprio questa la filosofia che il Comune di Olbia ha deciso di adottare nella “lotta” alla prostituzione: anni di ordinanze ed inasprimenti delle sanzioni contro le lucciole ed i loro clienti non hanno portato gli effetti sperati e la giunta ha passato al vaglio numerosi progetti di proposta popolare per cercare di mettere una pezza al problema.

Il progetto più valido (presentato col nome di RotaTroia) sfrutta a pieno le caratteristiche della città: Olbia è infatti a tutti nota per avere più rotatorie che incroci, con dei conseguenti spazi inutilizzati al centro delle stesse. Il punto di forza del progetto “Rotatroia” sta proprio qua: la proposta è infatti di installare delle pensiline, al centro delle rotatorie, che possano fare da postazione per le lucciole. Queste pensiline sarebbero dotate di luce e aria condizionata per garantire il massimo comfort alle signorine in attesa di clienti. L’utilizzo delle postazioni sarebbe possibile dietro pagamento di un comodo canone di affitto calcolato in base al traffico presente intorno alla rotatoria e quindi al numero di potenziali clienti; inoltre il canone varia anche in base alle zone cittadine in cui si ha maggiore o minore probabilità di esser caricate.

Come incentivo alla clientela, inoltre, chi avrà incidenti nella rotatoria o riuscirà a cappottare nel tentativo di caricare una signorina, avrà diritto a delle prestazioni gratuite che saranno rimborsate dal Comune dietro compilazione di un modulo di richiesta.

Un progetto all’avanguardia dunque che si stima possa portare nelle casse comunali quasi mezzo milione di euro l’anno, a fronte di un investimento iniziale di appena 200mila euro di fondi europei per la riqualificazione degli spazi verdi urbani (ufficialmente le rotatorie diventeranno dei parchi). Il progetto Rotatroia ha riscosso un plauso unanime dalla cittadinanza e numerosi tecnici forestieri sono arrivati in città per capire come esportare l’idea in altre città italiane

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