Rientra da un polchinadu sobrio: la moglie per abitudine lo pesta ugualmente

SANT’ANTIOCO DI BISARCIO. Un inusuale fatto di cronaca quello avvenuto ieri notte in una casa rurale nei pressi di Sant’Antioco di Bisarcio dove Toto Bulvera, carramelda ormai in pensione, abita con la moglie Giuannica Murrupistu.

Il Bulvera si era recato presso l’azienda agricola di alcuni amici per un polchinadu (l’uccisione del maiale ndr) e rientrare graminato alticcio a casa come vuole la tradizione di questo antico rituale. Il Bulvera non era nuovo a simili usanze e al rientro a casa veniva generalmente percosso col battipanni dalla moglie che mal sopporta evidentemente gli usi e costumi del posto… ma qualcosa non è andato come avrebbe dovuto: il Bulvera proprio ieri sera era in preda a dei terribili attacchi di bruciore di stomaco e malessere generale (causati presumibilmente dal polchinadu del giorno prima) e non essendo in forma si sarebbe limitato a bere due bicchieri di vino a tavola prima di avviarsi sobrio a piedi verso casa sua, distante circa mezzo chilometro.

Il freddo avrebbe intirizzito le labbra dell’uomo che sarebbe apparso alla moglie più limbipresu ubriaco del solito. Per il malcapitato non c’è stato neanche il tempo di scaldarsi davanti al camino e giustificare la sua difficoltà a parlare che la moglie, credendolo appunto ubriaco lo avrebbe (come sua solita abitudine) mazzato col battipanni inveendo contro di lui con le tipiche frasi soavi di circostanza: “cessu, sempre cottu fattu a su logu ses!” oppure “Mama mia ‘e su chelu, no ses mala ilgonza!” e ancora “a la buffare cun abba siede!” e infine “S’ira ‘e Deu t’aere mundhuladu!”.

L’uomo avrebbe incassato senza riuscire a parlare e soltanto questa mattina sarebbe riuscito a spiegare il fatto alla moglie. È stato raggiunto quindi un accordo fra le parti (alla presenza di un notaio) per cui la moglie dovrà aspettare almeno 5 minuti la prossima volta prima di poter picchiare il marito.

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