Linea dura del governo: schedatura ed espulsione di baristi che servono birra calda

ROMA. Il nuovo esecutivo Lega – 5 Stelle continua con la linea politica dura verso i temi più urgenti per il paese. Dopo un’entrata a gamba tesa del vice-premier Salvini sul fronte esterno con la chiusura dei porti alle ONG e sul fronte interno nei confronti di Rom e Sinti, l’esecutivo si è schierato compatto questa mattina sul tema caldo dell’estate: la birra.

Se da una parte è già iniziato il martellare di TG e radio per convincere la popolazione a bere molto, dall’altra non si può ignorare il grave problema della birra servita calda. Proprio ieri, dopo una faticosa riunione di governo, l’esecutivo sarebbe andato ad un tzilleraccio della capitale per bere una defaticante birretta fresca, accorgendosi a malincuore che quella che gli era stata servita proprio fresca non era: una imperdonabile mancanza.

Convocato nuovamente in urgenza l’esecutivo, questa mattina il premier Conte, affiancato dai due vice premier, ha annunciato in conferenza nuove, urgenti e drastiche misure contro i traditori della patria che servono birra calda al bar. “Linea dura –ha tuonato Conte- contro i furbetti del termostato del frigo: da oggi chi non serve birra fresca ai clienti verrà schedato ed espulso dal paese. È inammissibile che gli italiani debbano bere birra calda nel 2018”.

Le questure hanno già messo in allerta la polizia e numerose volanti sono pronte a sfrecciare per tutta Italia per verificare le segnalazioni degli avventori truffati e procedere all’identificazione dei baristi da espellere. Le ASL di competenza hanno già comunicato agli esercizi commerciali che la temperatura massima di mescita consentita tocca i 7 °C, poco sopra le normali temperature di esercizio dei comuni frigoriferi.

Per i trasgressori le multe varieranno dai 500 euro fino ai due anni di reclusione o addirittura espulsione ed esilio nei casi più gravi. I baristi sono quindi avvisati: è finita la pacchia

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