Sardo fa ricorso al comune di Roma: “avevo votato Raggi, ma ancora non sono scesi!”

ROMA. “Sas istellas falan sa notte de Santu Larentu, sos rajos in cada mamentu” (le stelle scendon la notte di San Lorenzo, i “fulmini” in ogni momento), scriveva il poeta Giovanni Pascoli, recatosi una sera a Nuoro per bere del buon vino in compagnia della scrittrice Grazia Deledda. Vino che, visto l’attaccamento della scrittrice al paese natio, non era sicuramente di Oliena: alcuni studiosi pensano fosse vermentino berchiddese, sottratto in qualche bardana.

È probabile, anzi certo, che i versi sopraccitati siano stati fonte di ispirazione per un emigrato sardo di Pozzomaggiore, che attualmente vive nella capitale: Pierfranco Disaura. L’uomo, ex finanziere, pensionatosi alla veneranda età di trentanove anni, si sarebbe mosso in tutti i modi per cercare lavoro in nero e continuare ad alanzare, anche se in bidda sua, conoscendo il personaggio, ne avevano ben donde di sentir le sue lamentele da moltu ‘e famine (da morto di fame ndr). Vista la situazione, e considerando non fosse il caso di prendersela con i suoi paesani ca l’aian fattu sa pedde (perché gli avrebbero fatto la pelle ndr), questi avrebbe iniziato a frastimare contro tutto e contro tutti, iniziando da quello che dovrebbe essere un nemico comune del volgo: su guvernu ladru!

Qualche anno fa vista la probabile elezione della Raggi, l’uomo si sarebbe portato avanti trasferendosi a Roma e buscando subito la cittadinanza, prerequisito fondamentale per poter votare. Le sue intenzioni erano chiare fin dall’inizio: “voto Raggi, così speriamo che scendano davvero!”.

Tuttavia, nonostante l’elezione della sindaca e i numerosi frastimi lanciati sin dai primi giorni, i “Raggi” non sarebbero scesi a nessuno! Nonostante il Disaura si fosse impegnato a frastimare a ora de mesudie (secondo gli antichi, ora perfetta pro irroccare). È probabile però che la vita troppo agiata vissuta fino a quel momento, grazie alla baby pensione, non gli avrebbe permesso di augurare i mali con la dovuta enfasi; l’uomo non si sarebbe comunque scomposto. Tuttavia col lockdown le ragioni per arrabbiarsi e far arrivare i Raggi a destinazione ci sarebbero state tutte, eppure, fino ad oggi, nessuno sarebbe arrivato ufficialmente a destinazione, solo un parente sarebbe morto dopo un frastimo, ma per gli esperti non ci sarebbe rapporto causale dimostrato!

L’uomo avrebbe capito che le sue promesse (sos frastimos) fossero andate a vuoto quando, dopo aver irroccato contro il presidente Conte, si sarebbe trovato al suo posto Mario Draghi! Fattore che lo avrebbe convinto a far ricorso al comune per non aver saputo realizzare i suoi desideri!

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