Cambiando l’orario da ubriaco crea un vortice spazio temporale e si risveglia nel 1820

SARULE. Avvenimento incredibile quello successo ad un pastore di Sarule, Bastianu Imprezzisu che, senza volerlo, avrebbe frantumato alcune leggi della fisica. Era da circa una settimana che il pastore conviveva con la sua ansia per via del cambiamento dell’orario, circostanza che puntualmente causava dei piccoli inconvenienti: ritardi al lavoro, al bar, nonché per rincasare.

L’uomo, per non incappare nuovamente nello stesso errore, avrebbe così deciso di approfittare della abitudinale bevuta al bar del sabato sera per chiedere consulenza ai paesani più studiati, non sapendo però che gli stessi non avevano le idee molto chiare sull’argomento. Ziu Giuanne Iscabadu (proprietario del locale) ad esempio, era uno di quelli convinti che il cambio di orario volesse dire “un’ora in più di sonno tutto l’anno”; in compenso, però, le idee degli altri erano ancora più confuse.

Recatosi al bar, e ivi bevute 23 birre per scacciare via la timidezza, l’uomo avrebbe quindi chiesto: “Scusate, ma l’orologio devo metterlo un’ora indietro o un’ora avanti?” scatenando così una diatriba dalla proporzioni bibliche. Il continuo dibattere delle due fazioni (tra chi diceva avanti, chi indietro, chi cominciava a parlare di spostamenti di mezz’ora soltanto, chi tirava fuori i fusi orari etc) avrebbe mandato in tilt l’uomo, che avrebbe iniziato così a mandare l’orologio prima indietro e poi avanti all’impazzata fino a causare una falla nello spazio tempo che lo avrebbe catapultato indietro nell’Ottobre del 1820, anno in cui venne varato l’edito delle chiudende. Il tutto senza che l’uomo si accorgesse di nulla.

Solo la mattina seguente l’uomo si sarebbe accorto dell’errore quando, passata la sbornia, avrebbe notato intorno a lui solamente persone vestite con l’antico abito tradizionale, domandandosi se per il cambio di orario fosse stata organizzata una festa con gruppi folk. Impossibile accorgersi del guaio guardando il locale, rimasto immutato nell’arco dei secoli e che, nel 2017, aveva ancora appeso il calendario datato 1820 (che probabilmente avrebbe provocato, insieme all’orologio, il salto temporale) con a fianco un calendario porno dell’epoca recante immagini di nobildonne vestite dell’abito tradizionale che mostravano volgarmente la caviglia ai presenti.

L’uomo quindi avrebbe chiesto nuovamente ai presenti se fosse cambiato l’orario e se avesse dovuto spostare le lancette indietro o avanti, sentendosi però rispondere che l’unico modo per cambiare l’orario sarebbe stato quello di spostare il sole: metodo poco conveniente vista la difficoltà dell’impresa. Sarebbe stato questo il campanello che avrebbe fatto venire il sospetto al pastore di trovarsi nell’epoca sbagliata.

Un altro campanello d’allarme sarebbe scattato quando il noto poeta di Macomer Melchiorre Murenu, di passaggio nella cittadina, avrebbe cominciato a comporre una quartina improvvisata per commentare l’editto delle chiudende: “Tancas serradas a muru/ fattas a s’afferra afferra”. “Si su chelu fit in terra, /che l’aian serradu puru” avrebbe completato l’Iscabadu prima che il poeta avesse il tempo di dire altro, aggiungendo poi  “Questa è vecchia quanto le chiudende ajò”. Murenu, rimasto sorpreso dalla parlata dell’uomo e mal celando il fatto di avere in mente una quartina diversa, avrebbe detto che erano le stesse parole che aveva in mente lui e dicendo poi tra sé “Bella custa battorina, cheret iscritta”

L’Imprezzisu comunque, accortosi di non essere più nel 2017, si sarebbe rallegrato presto di quanto accadutogli, visto l’immenso vantaggio di non dover più affrontare le ansie del cambio orario con annesse strigliate della moglie.

La ricostruzione storica della faccenda e la soluzione alla misteriosa sparizione del pastore è stata possibile solo grazie al ritrovamento del diario personale dell’uomo, custodito negli archivi comunali, in cui egli stesso spiegava cosa fosse accaduto e dichiarava la sua intenzione di rimanere nel 1820. Grazie alle pagine del diario si è potuto accertare che non si trattasse di una totale sparizione, evitando così alle italiche genti che Barbara D’Urso e tutta l’alta schiera di giornalisti da salotto smaciullassero las pelotas con trasmissioni dedicate all’Iscabadu.

Un pensiero su “Cambiando l’orario da ubriaco crea un vortice spazio temporale e si risveglia nel 1820

  • 8 Novembre 2017 in 11:31
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    No no, fit cottu su vice direttore cando l’at iscrittu. Como l’amus accontzu, gratzie pro su messaggiu 😉

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