Mont’e Prama. Diverbio sulla catalogazione dei reperti: scatta una rissa prenuragica

CABRAS. Il sito archeologico più discusso di Sardegna non manca di far parlare di sé in questi giorni. Questa mattina, lo scavo di Mont’e Prama è stato infatti teatro di quella che non sappiamo se definire una ricostruzione storica, o piuttosto una comune rissa dei tempi moderni combattuta all’antica.

Ma andiamo con ordine: gli scavi procedevano spediti e gli archeologi stavano ben attenti a non compiere movimenti strani che avrebbero potuto essere fraintesi e denunciati su Facebook dall’attento osservatore degli scavi Mauro Pili (che svolge un po’ la funzione del vecchietto che guardano i cantieri dei lavori pubblici e criticano gli operai perché “no est gasi chi si faghet cussu tribagliu”). Verso le 11 circa, Boriccu Dischente, stagista laureando in beni culturali, era intendo a classificare alcuni reperti sotto l’attento sguardo di Antoni Revessu, archeologo di provata esperienza e spiccata fama. Arrivati al momento di dover classificare una punta di freccia in ossidiana, Revessu si sarebbe intestardito sul fatto che fosse un frammento di vetro annerito. Dischente, non archeologo, ma neanche scemo, avrebbe quindi fatto notare al supervisore che questi si trovasse in errore.

Il banale alterco sarebbe gradatamente degenerato tra un “no cumprendes unu ca**u” e un “no so zegu” fino ad arrivare allo scontro fisico vero e proprio: i due si sarebbero gettati fra gli scavi in preda a raptus omicidi scagliandosi addosso quanto gli capitava per le mani (pennelli da scavo, picchetti di delimitazione, zappe, picconi, antiche anfore che andavano portate in salvo prima di cuocersi a Montenegro, armi pre-nuragiche prontamente disseppellite, georadar, colleghi archeologi , autoveicoli e perfino l’incriminato escavatore che tanto ha fatto discutere tempo addietro); il tutto, inveendo con strani versi (probabilmente in lingua nuragica).

I testimoni hanno raccontato che pareva di assistere ad una ricostruzione storica: “Sembrava di veder combattere due bronzetti viventi: i contendenti avevano in pugno le armi che stavamo lavorando a disseppellire, è un miracolo che non ci sia scappato il morto”. La rissa sarebbe stata sedata solo grazie all’intervento del direttore degli scavi che avrebbe fatto notare ai duellanti l’incombente rischio di essere ripresi da un infrascato Mauro Pili e denunciati al popolo del web.

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