Disastro Abbanoa: ripristinata l’acqua a Nuoro ma le condotte sono collegate col Gange

NUORO. Non c’è pace per i nuoresi, costretti ancora una volta a fare i conti con disservizi e disagi legati alla fornitura idrica della città. La notizia di ieri di uno squarcio nelle condotte dell’acquedotto cittadino, che al confronto la falla del Titanic era un graffietto, ha messo in allarme la cittadinanza.

“Come subito abbiamo sentito di questo bette squarcio -ha commentato Perdu Allarme, noto cul’astrintu– siamo andati a comprare i popcorn per goderci la nuova puntata della telenovela Abbanoa-Nuoro in prima fila e controllare i lavori”.

Esiste infatti da qualche anno, ormai, un comitato di cittadini che si recano presso i vari cantieri della zona per controllare che i lavori siano fatti a regola d’arte. Qualcosa deve però essere sfuggito sia agli operai che ai controllori, o forse il senso di rassegnazione davanti al disastro ha condotto ad una beffa ben peggiore: dagli scavi sarebbe emersa una seconda condotta, già predisposta per l’allaccio alla linea di cui si era persa memoria e che non risultava più sui mappali. Convinti che peggio di così non potesse andare, gli operai, spinti dal comitato cittadino, avrebbero allacciato la linea che rifornisce la città alla misteriosa condotta, sperando in un miglioramento della qualità dell’acqua erogata.

Solo alla riapertura delle saracinesche ci si sarebbe resi conto del brutto tiro che il destino aveva giocato al capoluogo: si trattava infatti di una vecchia condotta di emergenza collegata direttamente al Gange, proprio a ridosso della famosa fogna di Calcutta. Tale condotta era stata creata nel 1986 per sopperire alla mancanza di lavoro nel depuratore degli scarichi della città. Il vecchio Antoni Cessu così ricorda quell’episodio: “Era da poco esplosa la centrale di Chernobyl ed era stato vietato il consumo delle verdure… la gente non andava più di corpo regolarmente e al depuratore mancava materia prima. Il rischio di licenziamenti per gli operai era altissimo… Si decise quindi di importare liquami direttamente dall’India per sopperire alla mancanza di lavoro e tenere stabile la produttività”.

Una più unica che rara mancanza di fondi per nuovi lavori di ripristino sembra ostacolare il ricollegamento alla linea originaria dell’acquedotto e i nuoresi si dovranno accontentare dell’acqua del Gange fino a nuovo ordine.

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