Vendemmie. Operaio sorpreso a mangiare uva si giustifica: “l’ho portata da casa”
MONTI. È deluso e amareggiato l’operaio di Telti che ha pubblicato una storia su Instagram nella quale consumava grappoli di uva come se non ci fosse un domani, mettendone più nello stomaco che nella cassetta!
Il teltese Antoni Budrone sarebbe dunque diventato protagonista di un polverone mediatico senza precedenti in tema di vendemmie. Il video – spopolato subito su whatsapp – lo ritrae a ingurgitare grappoli d’uva come se non ci fosse un domani, probabilmente minzidiato (stuzzicato ndr) dal collega Peppe Pupujone, uomo già a sas malas (in cattivi rapporti ndr) con il proprietario della vigna per via di alcuni conteggi di ore calcolati a sa cazzu ‘e cane male nelle vendemmie passate e forse, dopo oggi, anche future; quest’ultimo, colto in fragrante, sarebbe inoltre stato fermato dalla finanza con 7 pupujoni di cabernet nascosti nelle mutande (si spera solo lì ndr).
“Io sono un professionista, credete che sia uno sprovveduto?” avrebbe detto il Budrone in lacrime ai nostri giornalisti prima di entrare nella macchina della guardia di finanza sbattendo la testa al montante (sa bagassa de Pio IX”). “L’uva ce la avevamo portata da casa, non ci saremo mai permessi di mangiare quella del nostro datore di lavoro!”, avrebbe dichiarato in lacrime. “Ho anche io una vigna e so che ogni pupujone di uva, mancari no siet giompidu (nonostante non sia maturo ndr), è sacro!”.
Solo l’intervento tempestivo della guardia di finanza avrebbe fatto chiarezza sull’accaduto, confermando l’arresto per i due operai e, soprattutto, per il datore di lavoro, colpevole di pagare gli operai a pane e mortazza per 8 ore di lavoro al giorno, con la promessa di ricambiare la manialia dende unu colpu ‘e manu a su bisonzu (dando una mano al momento del bisogno ndr).