L’aperitivo? Nacque nella Sardegna romana come antico rimedio al raffreddore

TANDALO’. La storia dell’uomo è fatta di tante piccole scoperte, spesso fatte per caso, che ne hanno poi cambiato stile di vita ed abitudini, diventando col tempo riti abituali di cui si è persa memoria dell’origine: stiamo parlando di piccoli gesti come magari quelli scaramantici (toccare ferro, corna, attributi sferici etc) o anche dei classici rimedi della nonna.

Uno di questi riti, per quanto possa sembrare strano, è l’aperitivo: bere un po’ di alcolici prima dei pasti. Ebbene c’è chi dice che favorisca la produzione di succhi gastrici, quindi la digestione, chi sostiene che metta appetito favorendo quindi una buona mangiata. Ciò che si è recentemente scoperto è come nacque questa usanza e dove: i primi aperitivatori della storia furono i Sardi che, sotto la dominazione romana, crearono uno dei simboli dello stile di vita italico.

Gli archeologi dell’Università di Tandalò, la premiata coppia Antoni Piccu e Pedru Pala, hanno recentemente scoperto in una grotta ai piedi del Limbara (in territorio di Berchidda) alcuni disegni, accompagnati da iscrizioni in latino, dei primi aperitivatori. Ciò che maggiormente colpisce è non tanto che i Berchiddesi facessero aperitivo, quanto il perché lo facessero: il rito trae origine (come in effetti suggerisce l’etimologia della parola) dal sardo “abberi tivas”, ovvero “apri narici”. Si trattava infatti di un metodo per combattere il raffreddore e il naso chiuso!

La procedura, stando alle antiche iscrizioni, era abbastanza semplice: il malato usciva di casa per recarsi presso antiche osterie collocate lungo la strada romana Olbia-Porto Torres e iniziava a bere smodatamente (possibilmente acquavite), presentandosi a casa in ritardo di svariate ore per il pranzo e in condizioni psicofisiche pietose. Il fine ultimo era prendere schiaffi dalle donne di casa (anche se spesso si immischiavano mamme, zie, suocere e comari del vicinato) e, grazie al mix di scossoni e all’alcol, eliminare muco e catarro che tappavano le vie respiratorie. Un rimedio alquanto discutibile ma che, a quanto pare, funziona e viene praticato ancora oggi, sebbene in maniera inconsapevole.

Soddisfatti i ricercatori che hanno aggiunto un altro pezzo al misterioso puzzle dell’antica società sarda.

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