Trenitalia impugna il sequestro: “Sono i treni usati di solito in servizio in Sardegna”

CHILIVANI. Un mostruoso equivoco che sta generando un inutile polverone (di ruggine), quello che ieri ha visto protagonisti una trentina di treni “storici” che si trovavano in varie stazioni dell’Isola. Il sequestro dei mezzi sarebbe scattato dopo una serie di indagini (?) condotte dalla Guardia di Finanza in collaborazione con i Carabinieri. L’ipotesi di reato sarebbe l’abbandono dei mezzi, divenuti ormai, per la loro età, beni di interesse storico.

A parte i giornalisti, nessuno si sarebbe accorto del sequestro fino a questa mattina, quando il personale ferroviario ha preso servizio, trovando i sigilli sui convogli. Immediato il tam tam telefonico per sbrogliare la questione e garantire il servizio ai disgraziati pendolari che si muovono con la ferrovia: i treni sequestrati, come hanno precisato anche Trenitalia e ARST nell’impugnare l’atto di sequestro, non erano convogli abbandonati, ma “efficientissimi -si legge nella nota congiunta- convogli, punta di diamante (e di ruggine ndr) della più avanzata tecnologia ferroviaria presente in Sardegna”.

In parole povere, erano comuni convogli che ogni giorno garantiscono i collegamenti sulle strade ferrate dell’Isola; ma allora cosa ha tratto in inganno le forze dell’ordine? Nessuno si capacita dell’errore, come ci ha spiegato Baror’Antoni Littorina, portavoce dei ferrotranvieri sardi: “Già è vero che su qualche carrozza un po’ più vecchiotta c’è odore di spedizione dei Mille e che c’è qualche “Viva Mazzini!” inciso sulle porte, ma mi sembra strano che agli inquirenti sia sfuggito il flacone di gel disinfettante per le mani e i cartelli anti-covid collocati all’ingresso dei vagoni, proprio sotto la scritta DDT-1949”.

La patata bollente passa ora nelle mani del giudice competente (quindi, trattandosi di ferrovie, si parla ovviamente del tribunale di Chilivani) che dovrà sbrogliare una delicata faccenda, in quanto pare che il blocco totale delle linee abbia drasticamente ridotto il numero di ritardi e disservizi sull’unica linea (e mezzo) di ferrovia in Sardegna: non più tanti piccoli e numerosi disservizi qua e là, ma uno solo: grande ed unificato. Dal punto di vista strettamente numerico si tratta di un netto miglioramento e la ripresa della circolazione dei convogli andrebbe a rovinare il risultato raggiunto, per cui la decisione non sarà sicuramente facile. La sentenza, che è attesa per il pomeriggio di domani sul binario 3 alle ore 16:00, ferma a Su Canale, Monti-Telti, Berchidda, Oschiri e arriverà a Ozieri Chilivani con 35 minuti di ritardo.

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