Fabri Fibra condannato a risarcire il cardinale Becciu per il brano “Tranne te”

ROMA. In un’aula semivuota ma carica di tensione liturgico-mediatica, il tribunale civile ha emesso una sentenza destinata a fare scuola: Fabri Fibra è stato condannato a risarcire anche il cardinale Angelo Becciu per “danni morali e simbolici” legati al celebre brano Tranne te. Secondo i giudici, la canzone conterrebbe allusioni inaccettabili alla mancata partecipazione del cardinale al conclave.

Il caso sarebbe scoppiato quando durante una gita spirituale nel Logudoro un giovane chierichetto avrebbe canticchiato la hit, mimando mosse rap davanti a diversi sacerdoti e provocando una leggero malore a una catechista in pensione. Da lì,  uno dei presenti avrebbe subito avvisato il cardinale che, in tempo zero, avrebbe presentato la denuncia al rapper, nella speranza di riuscire ad emulare qualche ridicola denuncia precedente.

Il cardinale, per parte sua, ha commentato con tono pacato ma fermo: “Io non ho niente contro la musica moderna, ascolto anche Noemi e i Tazenda, ma qui si oltrepassano i confini della decenza. E comunque, nella mia gioventù, si faceva freestyle sul canto gregoriano”. Come forma di risarcimento, oltre al pagamento di 70.000 euro destinati al restauro di piazza del cantaro a Ozieri, il cardinale avrebbe chiesto a Fibra di partecipare a un seminario sulla spiritualità nella musica contemporanea, per cristianizzare lui e altri autori, tra cui Salmo. In caso la proposta venisse accettata il risarcimento chiesto scenderebbe a 69.000 euro.

Per ora, non è chiaro se Fibra farà ricorso. Ma una cosa è certa: la bagassa di Pio IX ha finalmente un degno compagno nei tormenti processuali ecclesiastici.

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