Nuova ordinanza: potrà uscire a correre solo chie at furadu o s’est caghende

ROMA. La nuova ordinanza che reca l’intestazione del Ministero della Salute è un altro giro di vite alle già importanti restrizioni alla vita quotidiana dei cittadini. La chiusura di parchi, aree verdi e giardini pubblici si è resa necessaria dopo episodi di assembramento di cittadini che se ne sbattevano altamente sembravano ignorare le direttive sulla frequentazione dei luoghi affollati e andavano a correre nei parchi.

Ciò che in questi giorni infiamma il webbe è la caccia al runner, al corridore (perché usare termini italiani sulla stampa ormai è passato di moda) che sembra essere additato come l’untore della terribile malattia. Tra una battuta e una denuncia, il dibattito è arrivato ai piani alti e la nuova ordinanza impone agli sportivi di praticare l’attività nei pressi della propria abitazione.

La vaghezza della comunicazione ha fatto sorgere quindi numerosi dubbi e si registrano già diversi casi di gente che si è limitata alla corsa sul posto nel giannile sull’uscio di casa, chi faceva su e giù per le scale dei palazzi, chi provava a correre 20 metri avanti e indietro sul marciapiede, chi improvvisava volate alla Cipollini in corridoio dentro casa finendo per schiantarsi in bagno… una soluzione che rischiava quindi di causare più problemi che altro e di intasare i pronto soccorso.

Questa mattina, dunque, ecco un nuovo giro di vite e le tanto attese chiarificazioni del governo sull’applicazione dell’ordinanza: si potrà correre (sia a piedi che in bicicletta) solo in caso di necessità. Dopo un consulto del Premier Conte con il suo consigliere di fiducia, il sardissimo Bainzu Sàbiu, è infatti emerso che in Sardegna la saggezza popolare preveda la corsa solo in due casi: “S’omine currende o at furadu, o s’est caghende” (l’uomo che viene colto in stato di movimento accelerato degli arti inferiori onde imprimere una elevata velocità al proprio spostamento, o ha commesso il reato di cui all’art. 624 c.p., o ha estrema necessità di espletare funzioni fisiologiche ndr).

Sarà dunque concessa la corsa solo in questi due casi, muniti di regolare autocertificazione. In particolare, pro chie s’est caghende, sarà possibile rinviare il controllo dei documenti ad un secondo momento, presentandosi in caserma una volta compiuto il dovere. Pro chie at furadu vale invece l’esatto opposto: si dovrà rimandare il furto a dopo i controlli dei documenti e la schedatura in caserma.

Resta fermo il fatto che alle due azioni debba essere dedicato solo il tempo strettamente necessario.

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